Clitocybe nebularis (Fr.) Harmaja, 1974

(Da: it.wikipedia.org)
Phylum: Fungi Linnaeus, 1753
Classe: Agaricomycetes Doweld, 2001
Ordine: Agaricales Underw., 1899
Famiglia: Tricholomataceae Heim R. ex Pouzar, 1983
Genere: Clitocybe (Fr.) Staude, 1857
Descrizione
È un fungo di controversa commestibilità di cui è stato detto praticamente tutto ed il contrario di tutto; lo stesso viene consumato da molti per la sua carne dal sapore aromatico ed intenso, anche se non da tutti gradito perché piuttosto forte. Tuttavia questo fungo da crudo presenta tracce di una tossina scoperta abbastanza di recente denominata Nebularina, con proprietà mutagene molto blande (nei topi di laboratorio ne occorrono concentrazioni elevatissime per osservare la mutagenesi). Come per il Lyophyllum connatum, ci si basa su test effettuati in vitro e pertanto non esiste alcuna prova concreta che questo fungo possa provocare mutazioni genetiche negli individui che lo consumano, anche perché la nebularina è idrosolubile e pertanto una prebollitura prolungata dovrebbe far svanire quasi completamente questa molecola. Questa specie contiene anche altre tossine, fra cui alcune di tipo "termolabile", ovvero rese inerti dopo l'esposizione del fungo ad alte temperature; altre "termostabili" che non vengono metabolizzate dal nostro organismo e, in caso di consumi eccessivi, si accumulano nel fegato che non ha il tempo di smaltirle. Inoltre durante la cottura, sprigiona un vapore che sembra possa scatenare improvvisi attacchi di mal di testa nelle persone che si trovano nelle vicinanze, in quanto le tossine termolabili vaporizzate vengono accidentalmente inalate. Il micologo Riccardo Mazza, nel libro I funghi dal vero, sostiene che questi vapori possano risultare addirittura pericolosi; è comunque sufficiente aerare il locale. Cappello convesso, poi piano, talvolta depresso al centro; margine involuto, color grigio-bruno, biancastro, non igrofano, ma pallido a secco, ricoperto da una finissima pruina biancastra; 8-20 cm di diametro. Lamelle strette, ineguali, fitte, decorrenti, biancastre infine con sfumature color crema; separabili abbastanza facilmente dalla carne del cappello. Gambo cilindrico, elastico, ingrossato alla base e attenuato verso il cappello, biancastro o grigio, striato-fibrilloso, spesso cavo, 6-9 x 1,5-3 cm. Carne compatta, soda, poi molle; bianca. Odore: forte e aromatico, a volte sgradevole (come di "sudore"o di legno). Ricorda alla lontana quello della Lepista caespitosa e della Lepista inversa. Sapore: mite, intenso ed aromatico; leggermente acre negli esemplari meno giovani. Spore color crema in massa, ovoidale-ellittiche, 6-7 x 3,5-4,5 µm, lisce. Basidi 20-25 x 5-7 µm, tetrasporici. Commestibile con estrema cautela perché se non trattato adeguatamente e/o se viene consumato in quantità eccessive, può causare intossicazioni da accumulo a lungo termine con danni epatici. Sono stati registrati diversi casi di intolleranza soggettiva a questa specie, con disturbi all'apparato digerente che si manifestano attraverso brevi episodi di nausea e vomito; pertanto coloro che non hanno mai consumato la nebularis dovrebbero mangiarne solo un frammento per prova. Da sottolineare inoltre che in autunno inoltrato spesso i carpofori vengono parassitati da altro fungo, la Volvariella surrecta (vedi foto) che lo rende immangiabile; è quindi importante saper riconoscere gli esemplari infestati. Questo parassita inizialmente si presenta solo come un sottile velo bianco, generalmente presente sulla cuticola del cappello. Dopo qualche giorno la nebularis potrebbe quindi manifestare marciumi e/o funghi di altre specie sul proprio carpoforo. Secondo un recente studio svizzero sugli avvelenamenti da funghi la nebularis contiene una modica quantità di Muscarina, potente micotossina neurotropica presente in quantità ben più cospicue in diverse specie del genere Inocybe; data la quantità esigua questa tossina non dovrebbe rappresentare un pericolo. Si raccomanda di buttare via l'acqua di cottura sia dopo la prebollitura che dopo aver cucinato i carpofori, per poter eliminare la predetta Nebularina che è idrosolubile. La controversa commestibilità della nebularis ha avuto l'effetto, peraltro prevedibile, di farne quasi cessare la raccolta, tranne in quei luoghi dove detta specie viene consumata per tradizione; in Italia la vendita di questa specie è vietata. Preparazione: se l'intenzione è quella di consumare comunque questo fungo nonostante tutte le controindicazioni, è bene attenersi ad alcune precauzioni. Dapprima bisogna sottoporre il fungo ad una prolungata prebollitura (almeno 30 minuti), l'integrità dei funghi non viene intaccata perché la carne è molto compatta; il locale di cottura deve essere aerato. In seguito si rovesciano i carpofori in uno scolapasta e si verifica che tutta l'acqua di cottura venga persa. I funghi vanno poi posti a bagnomaria in una bacinella e si lasciano in ammollo per circa 30 minuti. A questo punto bisogna eliminare tutta l'acqua ed i funghi possono essere cucinati a piacere oppure conservati sott'olio. È conveniente consumare la nebularis con molta cautela, ovvero pochi esemplari alla volta e in pasti abbastanza distanziati nel tempo. L'operazione di prebollitura non è ristretta alla sola nebularis, ma dovrebbe essere estesa anche a tanti altri funghi, tra i quali si menzionano i seguenti: tutte le specie del genere Morchella, le Helvella commestibili più alcune specie eduli del genere Peziza e Verpa, Gymnopilus spectabilis, Armillaria mellea, Boletus luridus, Boletus erythropus, Boletus queletii, anche se una semplice cottura prolungata è già di per sé efficace. Etimologia: dal latino nebularis = nebbioso o nuvoloso, per il colore grigio del suo cappello. Sistematica: Moser, Bon ed altri autori avevano collocato questo fungo nel genere Lepista anziché nel genere Clitocybe poiché le spore, pur essendo color crema e cianofile, presentano, al microscopio elettronico, una parete sottilmente verrucosa. Altri autori come Kuyper, invece, preferiscono mantenerlo nel genere Clitocybe poiché la parete sporale, al microscopio ottico, si presenta liscia come in altre specie di questo genere. Può essere confuso con l'Entoloma sinuatum (Entoloma lividum), fungo velenoso con effetti potenzialmente pericolosi, per cui se ne sconsiglia la raccolta ai raccoglitori inesperti. Occasionalmente potrebbe essere confuso dai più inesperti con esemplari molto vecchi di Lepista caespitosa (da scartare).
Diffusione
Cresce molto spesso in gruppi di numerosi esemplari, nei boschi di latifoglie e di conifere, in tardo autunno ed in inverno (se non troppo rigido). Il micelio scorre su foglie morte e piccoli frustuli. Spesso i carpofori crescono formando delle lunghe "linee rette" sul terreno, occasionalmente anche fino a 30 metri! Altre volte i folti gruppi formano i ben noti "cerchi delle streghe".
Sinonimi
= Agaricus nebularis Batsch, Elenchus fungorum, cont. sec. (Halle) 2: 25 (1789) = Agaricus pileolarius Bull., Herbier de la France: pl. 400 (1789) = Clitocybe alba (Bataille) Singer, Lilloa 22: 186 (1951) [1949] = Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Harmaja (1857) = Clitocybe nebularis var. alba Bataille, Bulletin de la Société Mycologique de France 27: 370 (1911) = Gymnopus nebularis (Batsch) Gray, A Natural Arrangement of British Plants (London) 1: 609 (1821).
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Data: 14/08/1989
Emissione: Funghi Stato: Uganda |
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Data: 01/01/2007
Emissione: Funghi Stato: Benin |
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Data: 01/01/2009
Emissione: Funghi Stato: Congo (Brazaville) |
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Data: 01/01/1999
Emissione: Funghi Stato: Inguscezia |
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Data: 01/01/1999
Emissione: Funghi Stato: Inguscezia |
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Data: 27/12/2004
Emissione: Funghi Stato: Ghana |
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Data: 31/01/2010
Emissione: Funghi Stato: Guinea-Bissau |
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Data: 01/01/2000
Emissione: Funghi del Kossovo Stato: Kosovo |
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Data: 28/01/1985
Emissione: Funghi Stato: Mali |
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Data: 12/09/1994
Emissione: Funghi Stato: Mali |
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Data: 01/08/1995
Emissione: Gli Scout e i funghi e le farfalle Stato: Mali Nota: Esiste anche imperforato e come francobollo |
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Data: 01/01/1990
Emissione: Funghi Stato: Sierra Leone |
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Data: 18/06/1993
Emissione: Funghi Stato: Tanzania |
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Data: 30/09/1994
Emissione: Funghi Stato: Gambia |
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